[20/3/2020] DALLA PARTE DELLA POPOLAZIONE CHE CHIEDE AIUTO

Da quando Firenze, come il resto d’Italia, è diventata zona rossa e sono entrate in vigore le misure di sicurezza che invitano a non uscire se non estremamente necessario, ci siamo attivati in sostegno delle fasce di popolazione più a rischio. Consci della estrema pericolosità del virus per le persone anziane e già malate e per le tante persone sole, ci siamo organizzati per far sì che queste potessero evitare di uscire di casa.
Abbiamo avviato un sistema per fornire loro la spesa a domicilio, gratuitamente (non solo alimentare, ma anche altri generi di necessità quali medicine, posta, ecc.). Lo abbiamo fatto d’istinto e senza interessi, autorganizzandoci per amor di popolo attraverso reti di vicinato e di quartiere. Le stesse reti che quotidianamente, a prescindere dal virus, abbiamo alimentato e promosso.
Quanto segue è successo nel quartiere di San Frediano.
Ci siamo incontrati telematicamente, informati sulle misure di sicurezza, autocostruendo mascherine, facendo salti mortali per procurarci disinfettanti e guanti, e chi pensavamo dovesse tutelarci (il Comune e le istituzioni in generale) non ha dato il minimo aiuto: non stava pensando ai soggetti più deboli e neanche ci stava fornendo informazioni e materiali.
Questa organizzazione ha aiutato dagli anziani ai malati e ai senzatetto, attivando le mamme per la cucitura di mascherine, coraggiosi giovani e meno giovani armati di guanti e disinfettanti, decine di “squillanti” gruppi WhatsApp in un virtuoso circolo di solidarietà umana e comunitaria.
Successivamente il Comune, che fino ad allora era stato assente su tutti i piani, assieme ai Coordinamenti territoriali della Misericordia, della Croce Rossa Italiana e dell’Anpas coordinati dall’associazione Esculapio ha attivato un servizio di call center. Un servizio che, sin dal tardivo giorno della sua attivazione, non è riuscito a evadere tutte le richieste e si è dovuto di fatto appoggiare alle nostre reti. Di certo non ci siamo tirati indietro e non lo faremo oggi perchè la nostra finalità non sarà mai quella di negare un aiuto alle persone che lo richiedono.
Il comune, però, ha rivelato ancora una volte le sue contraddizioni e la sua ipocrisia. Non potendo rifiutare le richieste che gli arrivano, le delega alle nostre reti, senza riconoscere la nostra legittimità e senza metterci in sicurezza o agevolarci (ad esempio fornendo mascherine, materiali disinfettanti, possibilità di saltare le code, ecc.).
Questo da parte di un’istituzione è un comportamento irresponsabile che mette a rischio le persone (noi, in primis, e chi aiutiamo di conseguenza). Tutto per prendersi il merito politico, potendo far vanto pubblicamente di “dare un ulteriore sostegno alle persone più fragili e contrastare il diffondersi del Coronavirus, limitando il più possibile le uscite di casa.”.
Abbiamo provato a metterci in contatto con il Comune per garantire il riconoscimento delle tante associazioni che si sono attivate, i materiali e le agevolazioni di supporto necessari ma, salvo qualche qualche strizzata d’occhio e qualche sorrisone, non abbiamo ottenuto risposta.
Il Comune ha preferito non mettere davanti agli occhi di tutt* le proprie inefficienze e mancanze, ignorare la situazione e la possibile soluzione trovata nelle nostre reti a dispetto delle persone e delle loro situazioni di difficoltà.
Oggi e fino alla fine dell’emergenza, saremo nelle strade senza negare l’aiuto a nessun*, evadendo anche le tante richieste che ci arrivano sottobanco dal call center del Comune perché, diversamente da loro, mettiamo davanti le vite umane ai giochi di potere.
Occupazione Via del leone
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