Apprendiamo con rammarico che pochi giorni fa un ristoratore fiorentino si è tolto la vita, probabilmente a causa delle preoccupazioni per l’impossibilità di ripianare i debiti dell’apertura di un nuovo locale, a causa del paventato “nuovo lockdown”.
Questa notizia ci addolora e ci porta a fare delle riflessioni sulla situazione che la comunità fiorentina sta affrontando.
Decenni di retorica unilaterale da parte tanto dell’amministrazione (sedicente centro-sinistra) quanto delle destre, ci hanno indotto a credere che il futuro di Firenze potesse essere solo nel turismo e che lì avremmo trovato una miniera d’oro. Il Comune e la Regione hanno incentivato, deregolato, abbandonato, portando nel 2019 ad una media di 217 esercizi di distribuzione di cibo e bevande per km2 e una spropositata concentrazione di Airbnb in area Unesco.
Purtroppo, come in una miniera, gli scavi incessanti sono arrivati talmente in profondità da minarne la stabilità e, mentre ci cadono in testa i cocci, ci rendiamo conto a nostre spese che le risorse non sono illimitate come ci dicevano e che forse aver puntato tutto su un solo settore ci porterà alla rovina.
Con #SostegnoAlimentareSanFrediano e lo #SportelloAntisfrattoBLOCCO, abbiamo incontrato tantissime persone che, già a poche settimane dall’inizio dell’isolamento, si sono ritrovate senza la terra sotto i piedi: parliamo di cameriere/i, badanti, cuoche/i, addette/i alle pulizie, parliamo delle classi popolari che abitano l’Oltrarno e che, per un verso o per un altro, lavorano (o, più spesso, lavoravano) nell’indotto del turismo.
Il dolore che oggi proviamo ci fa pensare con ancora più veemenza a tutte le persone che ieri non avevano niente e che oggi, senza le reti di mutuo soccorso autorganizzate, non avrebbero nemmeno il cibo per i propri figli.
Troppe sono state le persone abbandonate dalle istituzioni che pretendono di governarci, i buoni pasto da 10€ per famiglia, le esecuzioni degli sfratti bloccate per qualche mese (senza ovviamente bloccare le notifiche), le imprese a conduzione familiare costrette a richiedere prestiti alle banche, questa situazione non è più sostenibile.. purtroppo i fatti parlano chiaro.
Mentre tante sicurezze si sgretolano sotto i colpi di martello della crisi, nelle nostre teste una certezza è sempre più forte: QUESTA NON È LA FIRENZE CHE VOGLIAMO.