Sul progetto di parcheggio interrato in piazza del Carmine

https://viadelleone.noblogs.org/files/2013/12/556859_117149338446108_68413297_n.jpgLo spazio in cui viviamo determina ciò che siamo. Definisce anche l’idea stessa di uomo e la sua natura sociale, anche in aspetti che consideriamo “psicologici” o “personali”, che sono però molto più sociali di quanto pensiamo. Lo spazio influenza la nostra identità, le nostre abitudini, le nostre scelte, il nostro lavoro e il nostro tempo.

Lo spazio determina, ma è anche determinato, dallo scontro delle forze materiali che si affrontano in esso. Non è dato una volta per tutte: è sempre messo in discussione e rimodellato in base alle parti che si fronteggiano. Quello urbano, in particolare, rispecchia i rapporti di produzione e riproduzione del sistema capitalistico ed è da essi prodotto.

Si tratta di un fenomeno globale particolarmente evidente a Firenze, che ogni giorno che passa diventa sempre di più la “Disneyland del Rinascimento”: lo spazio è asservito al profitto, alla rendita fondiaria e plasmato intorno alle esigenze dei ricchi, dei turisti e del consumo.

Nella “Disneyland del Rinascimento” è di fondamentale importanza creare dei parcheggi a uso e consumo dei turisti che vogliono mettere la propria macchina all’interno del centro, o di chi vuole spostarsi per spendere e consumare. In quest’ottica si era già mosso il sindaco Domenici avallando il progetto del parcheggio sotterraneo di piazza Ghiberti. Al di là delle promesse fatte prima dei lavori, il risultato sono stati parcheggi a pagamento e la creazione di una (non) piazza di cemento pronta ad essere affittata agli stand dei grandi marchi o ai bar che mettono i tavolini fuori. La “riqualificazione” di Sant’Ambrogio è partita proprio dal parcheggio, che ha favorito la diffusone di locali costosi e per turisti, aumentando la rendita fondiaria della zona e allontanando gli abitanti per spingerli verso i quartieri-dormitorio della periferia.

Avendo questo come modello, Matteo Renzi, il cui sponsor principale è guardacaso l’ex Ad di Firenze Parcheggi, nonchè attuale presidente di Aeroporto Spa Marco Carrai, ha individuato piazza Brunelleschi e piazza del Carmine come spazi ideali per creare nuovi parcheggi sotterranei.

Come ricorda il Comitato Oltrarno Futuro nella sua pagina web, però:

San Frediano è ormai l’ultimo quartiere del centro storico a essere ancora vissutodalla popolazione residente, in una città soffocata dalla speculazione (…) Ovunque in Europa, i centri storici sono stati svuotati dei loro abitanti e trasformati in vetrine commerciali di giorno e divertimentifici di notte; i residenti sono andati a vivere in quartieri periferici, dormitori senza vita condivisa, spesso divisi per censo e quindi anche per gruppi etnici. Nell’Oltrarno, invece, sopravvive un’intensa vita comunitaria.

In San Frediano si stanno aprendo sempre più spazi di ostilità nei confronti di questa “nuova idea di quartiere”, che godono della simpatia trasversale dei membri della comunità. Si sono venute a creare forme di resistenza intorno al Comitato Oltrarno Futuro, che si batte da anni contro il parcheggio sotterraneo, e all’esperienza dei Giardini dei Nidiaci. Sono nate nuove esperienze di occupazione, come la nostra di via del Leone, che si oppongono alla rendita fondiaria e alla “socialità alternativa” dei cocktail letterari. Le occupazioni, i picchetti antisfratto, il vivere lo spazio pubblico in modo slegato dal consumo, ogni altra interruzione o scardinamento dell’esistente, sono dei primi passi per opporci con forza allo sventramento di piazza del Carmine, di San Frediano, di Firenze e di tutte le altre zone urbane nel mondo, in cui questi progetti si dispiegano con simili forme e uguale sostanza.
E’ per questo che sosteniamo le lotte di chi vuole schierarsi in un tale scontro di forze antitetiche e inconciliabili. Ribadiamo il nostro fermo NO al parcheggio di piazza del Carmine, coscienti che in nome del profitto la giunta Renzi difficilmente non avallerà il progetto, e sarà pronta ad avallarne altri ancora.

Sappiamo con chi schierarci in questo scontro reale. Non abbiamo facili ricette da vendere, ma spazi da riprenderci insieme e da vivere secondo i nostri bisogni!

L’Occupazione di Via del Leone 60/62

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