BASTA SFRATTI. I QUARTIERI A CHI CI VIVE.
Le storie di M. e di S. sono due storie simili accomunate da un futuro ancora da poter scrivere.
M. è un signore fiorentino, che vive nella sua casa all’interno del plesso degli Artigianelli in via de’ Serragli 104 dal 1987. Paga l’affitto regolarmente all’istituto Pio X degli Artigianelli a un prezzo di mercato (oltre 10euro il mq) per un piccolo appartamento di 35mq. Al suo appartamento, consegnatoli vecchio e fatiscente, ha dovuto svolgere a sue spese interventi di manutenzione e numerose migliorie (come la ristrutturazione dell’impianto elettrico, l’installazione del riscaldamento, dei sanitari, ecc.) senza mai usufruire di sconti o riduzioni mensili a compensazione dei lavori fatti. È legato al quartiere dove vive, nel quale ha tessuto i legami e le relazioni sociali dei suoi ultimi 30 anni di vita. Nel 2017 a M. è finito il contratto di locazione della sua abitazione e, nonostante la sua volontà di restare a vivere nella propria casa, cercando di trovare un accordo con la proprietà per il rinnovo del contratto, è stato messo sotto sfratto. Addirittura la proprietà ha ottenuto, con un becero inganno nei confronti di M., di accellerare la procedura di esecuzione dello sfratto. Sfratto che sarebbe dovuto avvenire il 24 novembre 2021 con l’intervento della forza pubblica e che è stato rinviato al 23 febbraio 2022 grazie al picchetto organizzato dal Blocco Sportello Antisfratto e amic* solidali del quartiere contro la volontà della proprietà.
S. è una signora fiorentina, sanfredianina, con due figlie di cui una minorenne, che vive nella sua casa all’interno del plesso degli Artigianelli in via de’ Serragli 104 dal 2013. All’interno dello stesso plesso ha lavorato presso una SRL fino al febbraio 2021, quando è stata licenziata e da allora non sta riuscendo a trovare un’altra occupazione lavorativa nè ad accedere ad alcun sussidio. Anche a S. nel gennaio 2021 è scaduto il contratto di locazione, prorogato fino al giugno 2021, ma senza possibilità, da parte della proprietà, di rinnovo. S., avendo perso il lavoro, non è riuscita a pagare le ultime mensilità di affitto ed è oggi sotto sfratto, nonostante la sua richiesta di trovare un accordo con la proprietà per rimanere nella casa e nel quartiere dove le sue figlie vanno a scuola (la minore ha frequentato la scuola tenuta dal parrocco degi Artigianelli) e hanno i loro legami sociali.
Chi e cosa accomuna queste due storie appare dunque evidente: l’Istuto Pio X degli Artigianelli e il suo CdA, al cui vertice troviamo il parroco Gianfranco Rolfi (già noto alla stampa per un suo presepe dal titolo “Schiacciate l’infame” dove venivano posti personaggi come Margherita Hack, Augias, Odifreddi e Mancuso assieme ai dittatori più sanguinari della storia). Un istituto che, nel solo plesso degli Artigianelli, vanta di numerosi appartamenti (di cui alcuni vuoti, altri affittati a titolo calmierato o gratuito ai membri della Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze come nel caso dell’Associazione Atelier degli Artigianelli), la sede delle Arti Orafe SRL, la Dimora Creativa e una scuola media paritaria. Non solo: la nipote di Rolfi, Monica Falappi, è dirigente della RSA privata Istituto San Salvatore in via del Campuccio 45 e della struttura ODA FARM di Reggello e il presidente della Fondazione Comitato Case Indigenti di Firenze ONLUS, Giovanni Fossi, ex dirigente e consigliere dell’Ente Cassa di Risparmio, fa parte del CdA degli Artigianelli. Inoltre, nel 2012, per l’inaugurazione dopo la ristrutturazione avvenuta coi lauti fondi della CR di Firenze (che si è assicurata così una gestione diretta all’interno del CdA degli Artigianelli) erano presenti anche l’allor Sindaco Matteo Renzi e l’arcivescovo Betori. Tanti gli agganci politici e personali per un prete e un istituto che, pubblicamente, si schierano dalla parte degli ultimi e degli umili e per un quartiere solidale. Tanto da, nel 2018, risultare Rolfi il primo firmatario della raccolta firme contro la chiusura della farmacia Pitti in Piazza San Felice. Ma anche tanta la voglia di speculare, attraverso una gestione delle proprietà degli Artigianlli clientelare, e quindi prendere parte attiva ai processi di gentrificazione del quartiere e della città, cercando di buttare fuori di casa, in pieno inverno e in piena emergenza sanitaria e sociale, due famiglie del centro che dal centro non vogliono andarsene. In un periodo di crisi come questo è evidente come il parroco e l’Istituto mettano davanti il profitto privato ai valori della solidarietà, del mutualismo e a diritti fondamentali come quello alla casa.
Per questo invitiamo tutte e tutti a scrivere all’Istituto (artigianellifirenze@gmail.com) esprimendo dissenso per il comportamento speculatore e nepotista del parrocco e del CdA, invitando a revocare lo sfratto per M. e trovare una soluzione per S. e le sue figlie.
NO allo sfratto di M. e di S.! Nessunx rimarrà in strada.
Blocco – Comitato Antisfratto