L’ Occupazione di Via del Leone 60/62 presenta:
Giovedì 3 Dicembre 2015…
dalle h. 19.30 aperitivo con musica, cibo e birrette alla spina
e alle h. 21 proiezione del film di animazione “Valzer con Bashir”
Di seguito la recensione, scritta da un compagno di Senza Soste, che condividiamo appieno e invitiamo a leggere prima del film, per meglio contestualizzare dubbi che condividiamo appieno con chi ha scritto la recensione:
“Mentre i cingoli dei carri armati dell’esercito israeliano continuano a schiacciare la dignità e l’orgoglio di un popolo (quello palestinese), dopo settimane di incessanti bombardamenti su Gaza, mentre la gente continua a morire, da venerdì 9 gennaio sarà nelle sale Valzer con Bashir, film del regista israeliano Ari Folman, che prova a ricostruire, soggettivamente, da ex militare di leva, lavorando su un passato (presente) rimosso, pregno di atrocità, il massacro dei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila del settembre del 1982.
Presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes, candidato come miglior film straniero agli Oscar 2009, Valzer con Bashir, è un film d’animazione che visualizza molto bene la paranoia e l’atrocità della guerra, che rende conto della distorzione della percezione e della memoria di chi la guerra l’ha vista, l’ha fatta, l’ha subita. Ex militare di leva in Libano, il regista Ari Folman più che fare un film denuncia sul massacro e sulla guerra, usa il mezzo ed il linguaggio del cinema, per una vera e propria auto-analisi, scavando nel passato attraverso racconti e testimonianze, per riattivare e prendere coscienza di una esperieza rimossa.
In questo vortice di immagini, che non lasceranno comunque indenne lo spettatore, non troveremo dunque le responsabilità politiche e personali del massacro (Sharon, Esercito), ne un giudizio politico o storico sul conflitto istraelo-palestinese o sulla “politica di confine” israeliana. Visto che i massacri in quelle terre non sono solo storia ma drammatica attualità, sarebbe già abbastanza per (come qualcuno ha già sottolineato, vedi Mariuccia Ciotta sul Manifesto) per una forte critica (politica e non estetica) del film. Ma è sempre bene ricordare che un film, anche quando è declinato come documentario, non è mai la realtà, non è mai portatore di una verità storica assoluta ed oggettiva. Un film è sempre una narrazione soggettiva, di parte, necessariamente parziale, che può avere o meno (ci sono film assolutamente inutili o peggio forvianti) il pregio di aprire nello spettatore varchi di coscienza e di riflessione partendo da quell’esperienza soggettiva (vissuta sullo schermo) per ricostruire individualmente e collettivamente un senso critico della Storia. ”