Da giorni circola in rete il manifesto di una manifestazione contro l’ immigrazione intitolata “Prima gli Italiani”, organizzata da Fratelli d’ Italia e alcune organizzazioni neo-fasciste locali come Casaggì; manifestazione che, facendo leva sugli ultimi tristi fatti di cronaca, mira ad identificare nell’ immigrato il terrorista islamico della porta accanto; ad attaccarlo come il responsabile dei disagi che si vivono ad oggi nelle periferie urbane e ad etichettarlo come la causa dell’ assenza di un futuro per “i nostri giovani”. Come persone che, attraverso i nostri lavori politici e le nostre vite personali, si interfacciano quotidianamente con migranti d’ ogni nazione ci sentiamo in dovere di puntare il dito contro questo corteo e le rivendicazioni razziste che porta avanti.
Chiunque abbia un po’ di buonsenso può rendersi conto di quanto, prima d’ ogni terrorista, si celino dietro questi ragazzi sogni e speranze, voglia di mettersi in gioco e di partecipazione, necessità di migliorare la propria vita e quella dei propri cari.
Chiunque può arrivare a capire che l’ assenza di servizi, come l’ accesso alla scolarizzazione e alla sanità gratuita, che dovrebbero essere garantiti al cittadino, assenza che si nota particolarmente nelle periferie, colpisce noi come il nostro vicino con la pelle d’ un colore diverso e che la soluzione non è guardarsi male l’ un l’ altro ma fare quadrato contro i veri responsabili di questo disagio: la gestione speculativa del fenomeno immigrazione da parte della classe dirigente (di cui Roma Capitale rappresenta la punta di un iceberg bello profondo) può essere considerato l’ esempio delle politiche antisociali portate avanti da questa classe ingrassata sulle nostre schiene e arricchitasi sulle vite stesse dei migranti e dei richiedenti asilo.
Se “Noi, i nostri giovani” sentiamo la paura di una precarietà del futuro, è con i migranti in primis che la condividiamo e non solo per il futuro, ma nel presente. Consideriamo il vicino nero non come una minaccia ma come la persona per noi più socialmente vicina e questa non è una forzatura ma realtà.
Come Occupazione abbiamo sempre portato avanti politiche di integrazione e condivisione d’esperienze, specie in un quadrilatero, come quello di Piazza Tasso, dove il fenomeno immigrazione è tangibile e deve rappresentare una ricchezza culturale e non alimentare odi e divisioni che giovano soltanto a chi è pronto a speculare sul quartiere. E’ per questo che abbiamo organizzato e continueremo a organizzare giornate come il torneo di calcio a 5 in piazza, i corsi di italiano su richiesta degli stessi rifugiati ospiti dell’Albergo Popolare o chiaccherate con persone che vivono situazioni dove il sentimento di fratellanza con l’ immigrato è più forte e tangibile, come a Ventimiglia dopo il blocco dei confini o nel CIE dell’isola di Lampedusa.
Ed è per questo che riteniamo fondamentale rilanciare il presidio di Sabato 19 Dicembre che si terrà alle h. 15.00 in piazza Duomo per opporsi e cercare di delegittimare un corteo che alimenta odio razziale e guerra fra poveri, distogliendo da quelli che sono gli obbiettivi e i veri nemici delle nostre lotte, da combattere fianco a fianco con, e non contro, gli immigrati.
I ragazzi e le ragazze di Via del Leone 60/62 – viadelleone.noblogs.org