L’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Corona Virus e le conseguenti ordinanze restrittive che si sono susseguite dalla fine di febbraio fino ad oggi hanno evidenziato tutte le contraddizioni che esistono nel tessuto economico del nostro paese.
La pandemia rivela ciò che era stato goffamente nascosto sotto il tappeto: l’effetto dei tagli alla spesa sociale, delle privatizzazioni, del progressivo smantellamento dei diritti dei lavoratori, della normalizzazione di nuove forme di precariato e sfruttamento, della finanziarizzazione dell’economia.
In queste settimane di epidemia Covid19 il costo sociale legato alle ordinanze sta colpendo i lavoratori e le lavoratrici legati a varie tipologie di lavoro subordinato, precario e a nero.
Il sistema neoliberale è messo a dura prova dalla sua incapacità di affrontare una crisi del genere, di prendersi cura dei soggetti più deboli e di rispondere a domande sociali che si scontrano con il muro della retorica del sacrificio.
Insomma, alla già vasta fetta di popolazione che a stento riesce ad arrivare alla fine del mese pagando un prezzo enorme in sacrifici e privazioni, si sta per aggiungere una marea di “nuovi poveri”. La crescita esponenziale dello squilibrio tra quanti lottano quotidianamente per restare a galla e i pochi che possiedono la gran parte del patrimonio economico di questo paese andrà a divaricare la già soffocante stratificazione sociale.
NON FACCIAMO CARITA’
Siamo tutti costantemente connessi eppure non siamo mai stati così soli, così incapaci di organizzarci, di far valere le nostre opinioni e portare avanti i nostri attacchi a un modello di sviluppo che divora i suoi figli.
Il nostro lavoro e le nostre lotte in città e in quartiere sono sempre state orientate alla costruzione di un tessuto sociale forte, tra gli ultimi, tra chi subisce quotidianamente le conseguenze di un sistema economico basato sul profitto e non sui bisogni, tra chi si rifiuta di trasferirsi in periferia per fare spazio ai ricchi, tra chi non si rassegna a sopravvivere in una città a misura di speculatore.
I nostri sforzi sono sempre stati diretti a creare solidarietà, a ricordare a chi non ha più speranze che non solo è possibile lottare uniti per cambiare ciò che ci circonda, ma è anche fortemente necessario.
Non smetteremo certo adesso!
Da un paio di settimane come Leone Occupato abbiamo attivato una rete di sostegno alimentare per famiglie o singoli indigenti, in maniera totalmente gratuita, seguendo i protocolli di sicurezza sanitaria.
La carità pulisce la coscienza dei ricchi, la solidarietà radica negli individui l’appartenenza alla collettività, stimola l’attivazione e rinforza i legami, ci rende difficilmente controllabili e impedisce che diventiamo uno strumento passivo nelle mani dei privati.
Il castello è crollato e le carte sono scoperte, è il momento in cui a pagare deve essere chi si è arricchito affamando il popolo.
Il nostro più caloroso abbraccio va a tutte le realtà storiche del rione, le associazioni e le tantissime persone che in questo momento si sono attivate per non lasciare nessuno indietro, riempiendoci il cuore d’orgoglio e ricordandoci cosa vuol dire ESSERE COMUNITA’.
AVANTI SAN FREDIANO