Dalle h. 19.30 aperivegan a offerta libera (i soliti manicaretti antispecisti!)
alle h. 21 proiezione del docufilm “Cinema Universale d’ Essai”, regia di Federico Micali, liberamente tratto dal libro “Breve storia del cinema universale” di Matteo Poggi
CINEMA UNIVERSALE D’ESSAI
di Federico MICALI
2008 – 70 min
formato: dv (disponibile in dvd)
lingua: italiano (disponibile con sottotitoli in inglese)
sceneggiatura: Federico MICALI
montaggio: Yuri PARRETTINI
fotografia: Yuri PARRETTINI
musica: tra gli altri Il Generale, Neon, Diaframma, Cllettivo Viktor Yara, White Out, Naif Orchestra, Sniff
prodotto da: Navicellai
sito web: www.cinemauniversale.it
contatti: info@cinemauniversale.it
Era un cinema di Firenze, in via Pisana 43 nel quartiere del Pignone, vicino alla Porta San Frediano. Si trasformò in d’essai nel gennaio 1974 con programmazione mensile su richiesta del pubblico. Divenne, riflettendo quegli anni di caos, un polo d’attrazione politico-culturale specialmente per gli studenti universitari di sinistra, una scuola d’immedesimazione anarchica per tutti coloro che trovavano al cinema quel che inutilmente cercavano nella società.
A Firenze, diventata negli anni ’80 la capitale culturale d’Italia, al culmine della contestazione arrivò l’eroina, diventò un cinema “da fumare”, ebbe il suo periodo punk. Ci si andava, con o senza biglietto, per assistere al casino che accadeva in sala più che per vedere un film: giravano piccioni, ranocchi, un tipo che in Vespa circumnavigò la sala, un altro che arrivò in Fiat 500 sino alla biglietteria. Si chiuse nel 1989. Oggi è una discoteca. Con più di 50 testimoni che ne raccontano la storia, è tutt’altro che un documentario incasinato: compatto, scorrevole (montaggio Yuri Parrettini), colonna sonora 1960-90 curata da Stefano (Il Genrale) Bettini con Giampiero Bigazzi, brevi animazione a passo uno, fiorentinamente turpiloquente. Prodotto dall’Ass., Navicellai.
*** da Il Morandini Dizionario dei Film
…è veramente uno di quei casi in cui una storia si trasforma in una leggenda metropolitana e la realtà supera la fantasia: sarebbe impensabile oggi entrare in un cinema, magari in un multiplex, fare cose del genere e essere accolti da un applauso…”
Tra film di culto, urla verso lo schermo, fumo e vespini in sala, il cinema Universale è stato un luogo unico per la Firenze degli anni 70 e 80.
Il film diventava una partitura su cui improvvisare collettivamente, interagendoci con battute, facendolo diventare proprio e rispecchiandoci sogni e ambizioni delle diverse generazioni che si succedevano sulle stesse poltroncine di legno. Non un improvvisazione jazz: piuttosto un atmosfera più psichedelica ( o per alcuni punk) punteggiata spesso da alcol e hashish.
La storia del Cinema Universale è passata prima attraverso un libro di successo, quello di Matteo Poggi edito nel 2001 con Polistampa. Adesso è diventato un film di Federico Micali che cinque anni dopo Firenze Città Aperta (e altri fortunati lavori come Nunca Mais e 99 Amaranto) torna a documentare la sua città.
Ne nasce un viaggio in una storia del cinema molto particolare: quella che per almeno tre decenni ha caratterizzato l’identità di una cittài: dal cinema di quartiere degli anni 60, alla fase di contestazione politica intorno al 77 che intonava cori e slogan su “sacco e vanzetti” o “fragole e sangue”, fino ai film cult degli anni 80 equamente divisi tra calcio, droga e musica, ma anche tra piccioni che volano in sala durante “Birdy”, e una vespa che sfreccia sotto lo schermo.
Una storia raccontata dalla viva voce di quella molteplice umanità che ha frequentato quella sala, dai “ragazzi di san Frediano” e del Pignone eredi diretti dei personaggi di Pratolini, ad intellettuali, musicisti, politici giornalisti e artisti: tutti pronti a reinterpretare coralmente la storia di un cinema libero.