[15/7/21] ANCORA UNA UDIENZA, ANCORA UNA RICHIESTA..

Testo condiviso con l’Occupazione di viale Corsica 81.
ANCORA UNA UDIENZA, ANCORA UNA RICHIESTA..
Ieri l’udienza contro il nostro compagno si è conclusa con la magistratura che si prende i consueti sessanta giorni per decidere della sua vita nei prossimi anni. Già intanto è arrivata una nuova richiesta ad un altro degli arrestati del 30 ottobre, che avrà l’udienza a settembre. Ancora di più questa volta ci sembra una mossa intimidatoria in quanto la sorveglianza viene impugnata contro una persona la cui unica colpa è di essersi affacciato recentemente con curiosità al movimento.
CONTRO LA SORVEGLIANZA SPECIALE E IL CLIMA REPRESSIVO DA STATO DI EMERGENZA SCIOPERIAMO LE ORDINANZE.
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[8/7/21] Aggiornamenti sulle ordinanze antimovida

Ieri il Comune ha modificato l’ordinanza Antimovida consentendo fino alle 01.00 lo stazionamento nelle 6 piazze precedentemente vietate (escluso il sagrato di Santo Spirito, che rimarrà offlimits h24).
Rimangono però i divieti di detenzione di contenitori in vetro e consumo di bevande alcoliche.
Una piccola e parziale vittoria data dalle proteste di giovani e meno giovani partite proprio qualche settimana fa dopo l’installazione della cordonatura sul sagrato.
È solo l’inizio.
Ci riprenderemo i sagrati e le piazze, perché sono di tutt*!
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[16/6/21] In risposta al Corriere Fiorentino e Antonio Passanese

GIORNALISMO DA BAR
Ieri Martedì 15 il Corriere Fiorentino pubblica un articolo che descrive l’assemblea pubblica di Lunedì 14 in Santo Spirito in modo menzognero.
Cominciando dal titolo che la definisce un << blitz dei centri sociali>>, screditando il dissenso della popolazione verso le ordinanze del sindaco come un’azione “barbarica” da parte di una fetta di emarginati.
Viene inoltre riportata questa frase: <<Ragazzi la piazza è nostra e noi abbiamo il diritto di pisciare ovunque>>.
Alcune di noi erano a questa assemblea: questa frase non è mai stata pronunciata, anzi, durante l’assemblea è stato espresso disagio verso la condizione attuale di Santo Spirito come “pisciatoio”, accompagnato da un’analisi sulla necessità di aprire gratuitamente i bagni pubblici nella piazza per permetterne l’accesso a tutt*.
Viene molto facile percepire questo articolo come una diffamazione, noi lo vediamo invece come una dimostrazione di paura da parte delle istituzioni e dei suoi lacché, paura che la popolazione prenda coscienza di star venendo esclusa sempre di più dagli spazi in cui vive, sulla base di un’idea di città usa e getta, ad uso e sopratutto consumo privato per chi può permetterselo.
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[26/4/21] In risposta alle barre sessiste al CompLeone

durante la jam session del compLeone alcunx compagnx hanno fatto notare a chi si esibiva di non esprimere contenuti machisti e patriarcali. Purtroppo il concetto non è stato recepito dalla persona in questione e sui social si è arrivati a cianare di libertà di espressione e libero pensiero riproponendo quelle stesse forme linguistiche sessiste ed abiliste che gli erano state contestate.
Volevamo esprimere in modo più chiaro la nostra posizione rispetto alla musica come veicolo di contenuti:

È meglio una barra non chiusa che una rima sessista, e su questo non c’è giustificazione che tenga: né la presunta improvvisazione spontanea, né la “sacrosanta libertà artistica”, nemmeno un lessico ormai culturale ma comunque violento e perfettamente superabile. Non ci sono scuse né motivi per utilizzare forme linguistiche espressamente machiste rivendicandole, se non l’essere un machista ed essere dall’altra parte della barricata, parte integrante del sistema patriarcale stesso. Continuare ad utilizzarle contribuisce a perpetuare una violenza contro cui questo spazio si schiera quotidianamente, in tutte le forme che può assumere: tanto questo linguaggio, quanto atteggiamenti di prevaricazione, di svalutazione su base di genere, di mancato ascolto “perché che ne vuoi sapere tu”. Il cazzodurismo non ci appartiene, e nemmeno l’oggettivazione delle donne viste soltanto come le tipe di un altro uomo, pronte ad essere prese e strumentalizzate a piacere per il dissing del momento, per il maschio “che può dire e fare tutto” di turno, protetto da una libertà artistica che è in realtà solo un’altra violenza.
Siamo coscienti di quanto interiorizziamo il patriarcato, di quanto sia complesso eliminarne i lasciti, ma cambiare il nostro lessico è tanto difficile quanto necessario, sia nella musica che nella nostra quotidianità. Se crediamo che questa cultura e questa musica possano davvero cambiare qualcosa, allora è importante far passare i contenuti giusti, non tanto per un “politicamente corretto” di cui ci frega poco, ma perché continuando a riproporre le stesse forme non cambieremo nulla.
AVANTI IL RAP TRANSFEMMINISTA, FUORI I MACHISTI DALL’HIPHOP

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[4/6/21] Organizziamo la resistenza agli sfratti in Piazza Tasso

Il 30 giugno verranno sbloccati a livello nazionale gli sfratti per morosità decretati nel periodo precedente alla crisi COVID, mentre le morosità relative al periodo successivo a Marzo 2020 verranno processate dal 30 settembre, e gli sfratti per pignoramento e cessata locazione sono già ripresi nel silenzio generale. La situazione che ci troveremo a fronteggiare è catastrofica. Nell’ultimo anno il numero di famiglie ed individui che si sono trovati nell’impossibilità di pagare l’affitto a causa della perdita del lavoro è salita vertiginosamente. A tutto questo non ha fatto fronte né una riduzione degli affitti né politiche pubbliche volte al tamponamento di questa emergenza. Nel contesto estremamente particolare della città di Firenze dove il problema abitativo è sempre stato centrale per la destinazione turistica a cui vengono destinati un numero gigantesco di immobili non sembra individuarsi un’inversione di tendenza. Amministrazione e proprietari preferiscono scommettere sulla ripresa di funzionamento di un modello che abbiamo già potuto sperimentare come socialmente fallimentare piuttosto che sul ripensamento totale del tessuto urbano al servizio della popolazione stabile e non del consumatore di passaggio. Anche ai livelli più bassi degli strati sociali, tra quelle famiglie che hanno accesso al welfare delle case popolari, si avvertono tensioni fortissimi con gli enti gestori che continuano a gestire il patrimonio pubblico come un’azienda privata, pretendendo il pagamento di spese folli e ostacolando i tentativi di autogestione.
Il problema della casa e il diritto all’abitare ci sembra tutt’oggi centrale nelle dinamiche cittadine. Una ripresa decisa della lotta su questo fronte è fondamentale per riaffermare un modello di città vivibile e totalmente estraneo ai progetti delle amministrazione recenti e dei grandi speculatori.
Invitiamo individui e soggetti politici che si riconoscono in questi ragionamenti ad un’assemblea cittadina per discutere di:
1. La costruzione collettiva di pratiche che vadano a invertire le tendenze estrazioniste esacerbate negli ultimi anni, che la crisi COVID ha svelato come fallimentari ma che non accennano a fermarsi.
2. L’organizzazione concreta della resistenza degli sfratti.
3. Campagne mobilitative di pressione sugli enti pubblici (Comune e Casa SPA) perché si facciano carico delle situazioni di emergenza abitativa e vengano incontro alle esigenze materiali degli inquilini ERP.
L’assemblea si svolgerà in uno spazio aperto e tutte le precauzioni sanitarie saranno rispettate.
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