[30/5/21] due appuntamenti sulla richiesta di sorveglianza speciale a nostr* compas

Mercoledì 9 giugno alle ore 9.00 presidio davanti al palazzo di giustizia di Firenze in Viale Guidoni contro la sorveglianza speciale.
Mercoledì 2 giugno h 18.30 assemblea pubblica sulla Sorveglianza Speciale all’Occupazione di Via del Leone 60/62
Dopo gli arresti del 30 ottobre, nottata che Firenze ricorda come un vero e proprio tumulto popolare, ecco che gli stessi “fatti” contestati in quell’inchiesta portano alla richiesta di un’altra non inedita misura repressiva: la sorveglianza speciale.
Un nostro compagno, dopo aver subito gli arresti domiciliari come misura preventiva rispetto la sua presenza al corteo del 30 ottobre, oggi si vede arrivare l’ennesima cartolina verde, anche questa volta senza processo, come altre misure di polizia molto di moda, vedi daspo e foglio di via. Non soddisfatti delle scartoffie prodotte che non riescono a togliere di mezzo il famigerato incubo antagonista, digos e prefetto ne tentano un’altra. Ma perché proprio questa? La particolare arbitrarietà e la possibilità di assegnazione senza un reale carico di fatti e reati specifici, la rendono una misura perfetta per attuare un vero e proprio processo alle idee. Se una faccia della medaglia della repressione giudiziaria è l’innocenza fino a prova contraria, l’altra diventa quindi la colpevolezza dei reati che potenzialmente – secondo loro – potresti commettere.
Quando basta una rete di conoscenze e un’appartenenza ideologica – quale, ci verrebbe da chiedergli – per legittimare una repressione così feroce, esce per l’ennesima volta la faccia di una democrazia che non ha mai avuto intenzione di farla finita con il fascismo su cui si fonda. La sorveglianza speciale proviene infatti, anche se più volte modificata, direttamente dal codice Rocco (1930).
Ma quindi cosa si rischia quando si hanno un paio di amicx o conoscenti “poco raccomandabili”, una posizione chiara e rivendicata e a carico processi inconsistenti – come quello del 30 ottobre?
Per un periodo da uno a cinque anni, potresti vederti negata la libertà di circolazione e relazione, attraverso diversi e arbitrariamente intercambiabili divieti: di spostamento dalla provincia di residenza, di incontro di persone pregiudicate o sottoposte a misure, di riunione in gruppi o manifestazioni pubbliche, di uscita serale e di spostamento (perché si, possono decidere di ritirare oltre che il passaporto, anche la patente di guida.)
La richiesta di questa misura non si colloca a caso: è di un mese e mezzo fa la prima udienza per l’assegnazione della sorveglianza speciale ad un’altra compagna del movimento fiorentino. Ma non illudiamoci però che questa strategia repressiva sia una peculiarità locale: le richieste arrivano a compagnx in tutta Italia, a chi perché di rientro dal Rojava, a chi, fra le altre cose, una pagina di un romanzo. Come dicevamo, oltre agli eventuali (ma non necessari) precedenti storici personali, solo la completa arbitrarietà.
Nello specifico, gli unici “fatti” a comparire sulle carte sono infatti alcuni carichi pendenti non arrivati nemmeno in primo grado e una serie di “frequentazioni” sparse degli ultimi 5/6 anni. (Non dicevano poi di valutare solo la condotta degli ultimi tre?). Di che si sta parlando? Quello che viene tradotto giuridicamente in pericolosità sociale e persistente condotta criminosa non è altro che la necessità pratica di schierarsi e non accettare passivamente le violenze che ci circondano. A giustificare la richiesta di sorveglianza sono infatti la partecipazione ad una manifestazione antifascista e antirazzista (la grande “repubblica antifascista” che processa chi combatte il fascismo), la partecipazione alle mobilitazione studentesche della sua università, la difesa di una casa delle donne contro le violenze sessiste e omotransfobiche e, in ultima, la presenza alla piazza del 30 ottobre a Firenze. Se queste pratiche, spinte, tensioni ed idee non sono altro che il rifiuto dell’accettazione passiva di ciò che ci viene imposto, verrebbe da chiedersi: ma pericolosx per chi?
Per concludere, questa misura, viene proposta perché le nostre compagne e i nostri compagni lavorano nelle reti solidali del quartiere, partecipano a manifestazioni, conoscono altre realtà politiche che si impegnano contro le ingiustizie sociali e, prima di tutto il resto, si oppongono allo stato attuale delle cose e propongono alternative reali.
Complici e solidali con tutte le persone colpite dalla repressione e con chi si ribella ad essa. Invitiamo a fare propria questa campagna contro la sorveglianza speciale al fianco di tuttx coloro che in Italia hanno subito questa infame misura. Organizzare una difesa collettiva vuol dire organizzare la difesa stessa del movimento.
Mercoledì 2 giugno assemblea pubblica sulla Sorveglianza Speciale alle ore 18.30 all’Occupazione di Via del Leone 60/62
Presidio davanti al tribunale di giustizia di Firenze in Viale Guidoni mercoledì 9 giugno alle ore 9.00 contro questa infame misura repressiva.
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[27/5/21] Presentazione del libro “Gli interessi in comune” con l’autore Vanni Santoni

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[23/5/21] Dub & Piadine benefit

Da pomeriggio fino alle 20  musica dub e birrette nel giardino dell’occupazione di via del leone.
A seguire cena di piadine romagnole autoprodotte vegan e vegetariane.
Balliamo e mangiamo con lentezza
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[21/5/21] Richiesta di sorveglianza speciale a un nostro compagno.

La voglia di reprimere ogni tipo di voce fuori dal coro che porta in piazza rivendicazioni sociali si è fatta sentire nuovamente.
A un nostro compagno è arrivata la richiesta di sorveglianza speciale.
Sulle carte della questura non è minimamente specificato il motivo per il quale adottare una misura così drastica su un ragazzo che non ha condanne.
Troviamo assurda questa presunzione di colpevolezza che colpisce in maniera arbitraria chi osa al alzare la testa e lottare.
Tutta la nostra solidarietà a chi è privatx della libertà, seguiranno aggiornamenti.
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[6/5/21] Presentazione del libro “Io non sono come voi” con l’autore

L’occupazione di via del Leone 60/62 è lieta di proporre…
La presentazione del romanzo “Io non sono come voi” (Boba M., Eris Edizioni, Torino, 2015) con l’autore. Seguirà una chiaccherata sull’utilizzo attuale della Sorveglianza Speciale nei contesti di lotta che sta venendo utilizzato anche a Firenze dopo gli arresti del 30 Ottobre, in particolare verso Xhjova, compagna e attivista dell’occupazione di viale Corsica 81.
A seguire: apericena benefit per sostenere le spese legali delle/gli arrestat* del 30/10 a Firenze.
Durante la serata sarà possibile acquistare il libro e altri titoli della Eris Edizioni.
Per l’autore del libro, Marco Boba, la Questura e la Procura di Torino hanno avanzato la richiesta della misura di “prevenzione” della Sorveglianza Speciale, che sarà discussa nei giorni successivi alla presentazione. Una delle aggravanti che sembra aver portato a questa richiesta è proprio il testo del romanzo, scritto, per consigli editoriali, in prima persona.
La sorveglianza speciale è una misura repressiva risalente al fascismo, plasmata da Mussolini nel 1931 e modificata nel 2011. Essa basa i suoi provvedimenti, tra i quali l’obbligo di comunicare ai commissariati di polizia qualsiasi spostamento del sorvegliato, sul comportamento generale tenuto dall’individuo coinvolto e non sulla sua condotta penale. Una misura che vediamo applicata in vari contesti di lotta: da Marco Boba, a Eddi Marcucci, a Xhjova.
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