[8/2/20] Comunicato Stampa dopo gli arresti del 3 Febbraio

Oggi a Novaradio Città Futura alle ore 18.30 verrà trasmessa un’intervista dedicata al corteo del 30/10/2020 a Firenze e all’enorme gogna mediatica messa in atto da questura, amministrazione e mass media.
Per chiunque voglia essere solidale, in fondo al comunicato c’è il link del crowfounding per le spese legali.
La solidarietà è l’unica via.
Comunicato stampa:
Mercoledì 3 Febbraio, alle prime luci del mattino a 20 persone sono state notificate delle ordinanze cautelari da parte della polizia e digos, ordinanze che hanno disposto misure che vanno dagli arresti domiciliari, all’obbligo di firme e di dimora. Queste venti persone sono giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni, coinvolti in questa operazione in quanto indagati dalla procura di Firenze per aver compiuto reati che vanno dal danneggiamento in occasione di manifestazioni pubbliche a resistenza, lesioni ed aggravanti generiche e specifiche, per fatti avvenuti la notte del 30 ottobre passato nel centro di Firenze. Ed infatti a tre mesi dagli eventi lo stato delle indagini ha spinto la procura ad emettere tali ordinanze cautelari, misure preventive che vengono normalmente emesse per esigenze legate al processo, in una fase in cui ancora non vi è stato un pieno contraddittorio tra accusa e difesa alla luce del quale si possa dimostrare che queste persone sono o meno colpevoli rispetto ai fatti per i quali sono indagati. E nonostante questo pare che la sentenza sia già emessa nei loro confronti a causa della gogna mediatica alla quale sono stati sottoposti: criminali comuni, facinorosi , anarchici politicizzati, con tanto di nome e cognome sui vari articoli usciti sia sulla stampa nazionale che quella locale. Persone che sono passate dall’essere studenti medi ed universitari, lavoratori, professori, disoccupati ad essere dei criminali pericolosissimi così forti ed influenti da riuscire addirittura a strumentalizzare la rabbia di un intera piazza, come se venti persone potessero essere in grado di far arrabbiare così tanto in un unica sera migliaia di persone e addirittura riuscire ad aizzarle in modo organizzato contro le forze dell’ordine. Perché erano studenti medi ed universitari, lavoratori e professori e disoccupati, italiani e non, a stare in piazza quella sera, e a confermarlo sono gli stessi giornali che oggi non esitano a parlare di “professionisti del disordine”. Però per capire davvero chi in questo disordine ci ha messo la propria professionalità probabilmente occorre fare chiarezza su quelli che sono stati gli avvenimenti di quella sera, ed in generale di quel contesto.
Iniziamo col ricordare quel periodo: in tutta Italia stava crescendo la rabbia dovuta alla poca attenzione col quale il governo ha gestito la seconda ondata; durante l’estate sembrava che il Covid non esistesse più, per poi ripiombare sulle vite di tutti repentinamente a ottobre. Infatti in quel mese in seguito al nuovo DPCM ci sono state mobilitazioni a Napoli, Roma, Torino che le testate giornalistiche nazionali descrivevano come piazze capitanate dall’estrema destra e dalla camorra per delegittimare un disagio e una rabbia comuni alla popolazione; mobilitazioni che non avevano rivendicazioni precise, con contenuti che andavano dal populismo al negazionismo fino ad arrivare alle rivendicazioni salariali dei lavoratori a nero nella ristorazione. Ed è propria questa onda di rabbia sociale dilagante che arriva a Firenze, incarnata in un volantino anonimo dal titolo “ Fate Girare Firenze”, percepito subito come una vera e propria minaccia al punto che in maniera preventiva l’amministrazione e i commercianti decidono di blindare la città: esercizi commerciali barricati, piazza della signoria circondata ed inaccessibile grazie ad un dispiegamento delle forze dell’ordine capillare in tutto il territorio fiorentino. Ma la risposta è arrivata anche dal tessuto sociale , in tantissimi, nonostante la manifestazione non fosse stata autorizzata, hanno aderito alla mobilitazione riversandosi in piazza del Duomo alle ore 21 del 30/10/2020, consapevoli dei rischi che ciò avrebbe potuto comportare. In una piazza così composita, dove non si potevano distinguere i manifestanti buoni da quelli cattivi, ogni individuo rappresentava se stesso, denunciava la sua rabbia, pensava a sbarcare il proprio lunario perchè colpito individualmente da una forte situazione di difficoltà. Ma le situazioni di difficoltà sono solo apparentemente individuali, e mai come in questo momento sono difficoltà collettive, per questo le persone che a Firenze dall’inizio della pandemia hanno attivato percorsi sociali sul territorio proprio per arginare questa individualizzazione (dal sostegno alimentare allo sportello antisfratto nel quartiere di san frediano) hanno voluto portare le proprie esperienze e proposte politiche concretamente realizzabili in una piazza così eterogenea. Questi giovani muniti di slogan e di cartelli che denunciavano precarietà e gestione criminale della crisi rivendicando salute, istruzione e lavoro in sicurezza, non sono riusciti ad arrivare in piazza Duomo perchè brutalmente respinti dalle forze dell’ordine e trattenuti lontano dal punto di raduno dei manifestanti. Proprio in quello stesso momento, nelle strade adiacenti piazza della signoria, la folla si riversava correndo a causa delle prime cariche poliziesche; come si può evincere dalle testimonianze video della stessa notte. Le stesse riprese dovrebbero subito far notare che la situazione di rabbia è dilagata in città esattamente dopo le cariche molto pesanti scoppiate in via Tornabuoni in seguito alla decisione delle persone raggruppate in piazza Duomo di raggiungere piazza della signoria avanzando in corteo. E le stesse riprese, fonte local team, testimoniano che GLI agenti antisommossa facevano svolazzare manganelli anche dopo essere stati redarguiti Dai loro stesso Capi per aver colpito violentemente Ed indiscriminatamente la folla senza averne ricevuto ordine. Le cariche a freddo su una folla così variegata e stremata da mesi di false promesse e restrizioni crescenti hanno fatto scoppiare la rabbia ed il disordine in città.
E’ estremamente difficile se non impossibile, a differenza di ciò che scrivono le testate giornalistiche, pensare che tutto questo fenomeno sia stato progettato, pianificato ed attuato da 37 facinorosi anarchici, criminali o malfattori che hanno voluto strumentalizzare la situazione per distruggere e sfregiare la città e “destabilizzare la società”. La società è destabilizzata da politiche sanitarie e sociali che contribuiscono ad aumentare la disparità sociale e la povertà, e la strumentalizzazione è attuata da chi pur di non assumersi le proprie responsabilità continua a cercare capri espiatori nei soliti anarchici e “criminali comuni”.
Sulla Nazione online, ad esempio, si può leggere : “se da un lato […] è subito emerso il ruolo di una componente politicizzata ed afferente al circuito anarchico fiorentino, si è poi riscontrata la responsabilità, in contemporanei comportamenti violenti e delittuosi, di soggetti privi di connotazione estremistica, ed infatti individuati negli ambienti della criminalità comune.”
Sulla Repubblica riportano le dichirazioni Nardella che dopo aver ringraziato le forze dell’ordine per la buona gestione della piazza continua: “episodi di violenza assurda provocata strumentalizzando il dolore, la sofferenza e la rabbia legittima di tante persone che soffrono la crisi per la pandemia. (…) che la giustizia faccia il suo corso e che i responsabili capiscano gli errori gravi che hanno commesso”.
E’ la stessa cosa che ci auguriamo noi: che i responsabili capiscano gli errori gravi che hanno fatto.
I responsabili della situazione di crisi che sta affossando le persone non si possono certamente ridurre ad un gruppo minoritario di persone coinvolte in una protesta popolare.
Ed ancora “si apprende che gli arrestati sarebbero tutti gravitanti intorno ad un edificio occupato a Firenze in Viale Corsica”; “ gli inquirenti hanno annunciato che 16 dei 19 destinatari di misure cautelari sono appartenenti all’area antagonista ed aderenti ai centri sociali di Via Del lLeone e viale Corsica”.
Riferimenti a Edifici Occupati, Criminalità comuni, circuiti anarchici, sono tutte formule ed elementi che fanno presagire che al contrario di come afferma il procuratore capo Giuseppe Creazzo si è colpito nel mucchio, e non in base alla resposanbilità degli atti come hanno affermato, ma in base ad un pregiudizio sulle persone
E’ facile ridurre una persona all’etichetta di criminale, anarchico, sovversivo ma gli arrestati hanno tutti una storia personale. Ci sono studenti, lavoratori precari e disoccupati che stentano ad arrivare a fine mese, a cui è additata la colpa della situazione che subiscono. Ci sono studenti, lavoratori precari e militanti dei centri sociali, tutte persone che provano ad attivare circuiti di solidarietà e lotte di riappropriazione territoriale contro la speculazione fiorentina dilagante, e che sono conosciute dalle forze dell’ordine per questo. E’ facile individuare i responsabili “ nel mucchio” quando si sono già individuati i “ colpevoli” nella società.
DATECI UN FUTURO
FIRMATO: I GIOVANI
Di seguito il link del crowfounding
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[3/2/20] Comunicato sugli arresti di oggi

È stata una piazza eterogenea quella di venerdì 30 ottobre, ma quale sia stata la componente principale di quella giornata è divenuto con il passare dei giorni evidente a tutti: i giovani e i giovanissimi, con buona pace di chi ancora cerca organizzatori dove non ce ne sono, scomodando le solite veline della questura ormai ingiallite dagli anni che additano di default anarchici o ultras.
Una piazza senza rivendicazioni precise e senza firma, una piazza proprio per questo abitabile da chiunque non volesse veder strumentalizzata la propria rabbia. Una rabbia da troppo tempo covata.
Come può infatti stupire che si voglia ribaltare un mondo che avrebbe tutto da offrire, ma che non ci ha mai offerto niente? Il contraltare di una tecnologia sempre più alienante è infatti rappresentato solo da sfruttamento e precarietà, lavori a nero e affitti impossibili.
Ed eccoli allora i giovani di venerdì: sono gli stessi che sono stati destinati a servire e sorridere al turista di turno, a cui è stato offerto poco più dello scheletro di quella che dovrebbe essere una scuola che mira a una reale diffusione e cultura, che sono stati costretti a continuare a vivere con i genitori e che proprio per questo sono stati derisi come una generazione di nullafacenti. Una generazione a cui è sempre negata la parola, continuando a guardare al giovane solo come ad un adulto in potenza, mai come ad un soggetto con propri bisogni e desideri.
Con la diffusione della pandemia tutto ciò ha assunto caratteristiche grottesche. Sostituita anche l’aula di scuola con uno schermo, l’intera socialità è stata bandita ed etichettata come superflua, definizione facile per chi guarda al mondo solo come ad un salvadanaio da cui attingere, magari da una villa di duecento metri quadri.
Se lo stato ha pensato bene di scaricare tutta la colpa delle proprie mancanze sui comportamenti dei singoli, continuando ad andare a braccetto con quell’organizzazione criminale che da sotto il nome di Confindustria, quelli stessi singoli hanno poi riversato la propria frustrazione sul capro espiatorio perfetto perché appunto da sempre privato di voce: ancora loro, i giovani.
Oggi, 3 febbraio, dopo mesi dai fatti, digos e polizia si presentano alle prima luci dell’alba in svariate case per portare via 20 persone destinate a misure cautelari. Arresta per nascondere l’incapacità di chi governa questo paese nel gestire una crisi sanitaria ed economica senza precedenti, una crisi causata dallo stesso sistema di rapina del territorio e delle risorse che strenuamente tenta di difendere. I morti nelle RSA, le famiglie sul lastrico, nessuna prospettiva a medio o lungo termine sulle nostre vite come la criminosa gestione della seconda ondata ha dimostrato.
Non sono 20 ragazzi i responsabili di una notte di rabbia dove 10000 persone sono scese in piazza. Come non sono 3 ragazzi che escono a fare aperitivo i responsabili di una pandemia che da un anno ha cambiato permanentemente in peggio il nostro modo di vivere. Ma riconoscere le proprie responsabilità vorrebbe dire ammettere per lo stato di aver fallito, e allora avanti col prossimo capro espiatorio, col prossimo arresto.
Pubblicato in Comunicati, General, Repressione | Commenti disabilitati su [3/2/20] Comunicato sugli arresti di oggi

[3/2/20] Ancora arresti per il 30 Ottobre

Stamattina ci siamo svegliati con Digos e polizia sotto viale Corsica, via del Leone e in casa di var* compagn*. Quattro persone (su una lista di 20) sono state portate via sembra in relazione ai fatti del 30 ottobre.
Invitiamo tutti e tutte alle 11 a un presidio in piazza indipendenza e alle 18 in viale Corsica 81 a un’assemblea per capire come muoverci.
Pubblicato in General | Commenti disabilitati su [3/2/20] Ancora arresti per il 30 Ottobre

[10/1/20] Solidarietà a Sami

L’hanno arrestato perchè lotta e resiste, come tutto il popolo palestinese del resto.
I soldati israeliani pochi giorni fa hanno sparato nel collo a un uomo palestinese mentre cercava di impedire il sequestro del proprio generatore da parte dell’esercito israeliano. L’uomo è in ospedale in fin di vita, quadriplegico.
in risposta a questo drammatico fatto viene promossa una manifestazione contro le barbarie perpetuate da Israele della quale Sami è il portavoce.
La notte stessa, l’esercito israeliano fa un raid in casa sua, lo benda, lo ammanetta e lo porta via.
Noi compagnx di via del leone abbiamo conosciuto di persona alcuni dei partigiani di At Tuwani, abbiamo condiviso con loro momenti di gioia e di tristezza, rabbia e dolore.
E’ infatti con estremo dolore che abbracciamo Sami, la sua famiglia e il suo villaggio
e con estrema rabbia che ribadiamo:
LIBERTA’ PER SAMI
LIBERTA’ PER LA PALESTINA
Sami H Huraini
Pubblicato in General | Commenti disabilitati su [10/1/20] Solidarietà a Sami

[17-19/12/20]. NataLeone 2020. 3 giorni di socialità e lotta

Torna il NataLeone 2020, settimo natale assieme in San Frediano. 3 giorni di storia, attualità, cultura e conflitto in San Frediano con alcuni relatori esperti in materia. Quest’anno, causa covid-19, tutte le iniziative saranno visionabili online.

La prima giornata, giovedì 17 Dicembre alle h 17, vedrà la discussione/incontro dal titolo “Dinamiche di gentrificazione e prospettive di resistenza”, tenuta da Carlotta Caciagli, collaboratrice della rivista JacobinItalia (https://jacobinitalia.it/), sociologa e ricercatrice.

La seconda delle 3 giornate si inserisce all’interno di una tre giorni di storia del rione dal titolo “Firenze 1921-2021, Storie Nostre dai quartieri alle barricate” (https://fb.me/e/3lpsVhIK2). In particolare la storica Anna Pellegrino parlerà di “Classi laboriose e classi pericolose a Firenze nel primo novecento”.

Il terzo e ultimo giorno continuiamo parlando di turistificazione e conflitto in San Frediano. In particolare verrà presentata la tesi di laurea magistrale “La città è un campo di battaglia. Turistificazione e forme di resistenza nel rione di San Frediano in Firenze” a cura dell’autore Francesco Talanti, laureato in Geografia e processi territoriali presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna e attivista/compagno dell’Occupazione di via del Leone 60/62.

Per seguire le presentazione e gli incontri, intervenire e partecipare, verranno pubblicati i link per l’accesso diretto sulla pagina facebook dell’Occupazione via del Leone

I QUARTIERI A CHI LI VIVE NON A CHI SPECULA. LA SAN FREDIANO CHE RESISTE, OGGI COME IERI

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