1) Venerdì 15 Novembre
in piazza Tasso 7 (ex sala delle Leopoldine)
alle 17h30
Presentazione del libro airbnb città merce– storie di resistenza alla gentrificazione digitale
con l’autrice Sarah Gainsforth
Ne parleremo con:
Antonio Fiorentino (per Unaltracittà)
Laura Grandi (Sunia)
Rete SET-Firenze
Occupazione via del Leone
[IN DIRETTA SU RADIO WOMBAT FIRENZE ALLE 17H30]
Recenzione di Antonio Fiorentino del libro sul sito Per Un’altra Città
Sarah Gainsforth ripercorre la storia di airbnb dalla sua nascita alla sua trasformazione in una piattaforma digitale che alimenta la gentrificazione in tutto il modo, facendo aumentare i prezzi degli affitti, il costo della vita e provocando l’espulsione dei residenti dalle città che vengono trasformate, come nel caso di Firenze in enormi parchi a tema per turisti. Non viene tralasciata però la sua controparte: quella dgli abitanti che si organizzano per porre dei limiti, per resistere alla politica di un’azienda multinazionale che organizza vere e proprie campagne di propaganda proclamando di “salvare la classe media” quando la maggior parte degli “host” di airbnb sono in realtà a loro volta proprietari di numerossissimi appartamenti se non altre piattaforme per l’affitto breve. Da un’analisi approfondita del fenomeno riusciremo a capire come muoverci per affrontare i problemi legati alla gentrificazione e come superare la monocoltura del turismo.
2) Sabato 16 Novembre
presidio in Piazza Santo Spirito
dalle 9h30 alle 13h00
Boicotta AirBnB , 100 case 100 sfratti
per contestare l’iniziativa “100case100idee. Le primarie dell’ospitalità” promossa da AirBnB Italia
Ecco perché :
AirBnB nasce nel 2008 da un’idea di sharing economy di due ricercatori di San Francisco. Nel giro di pochi anni, con la spinta di forti investimenti foraggiati dai magnati delle start-up della Silicon Valley, è diventata il colosso economico delle abitazioni turistiche che oggi conosciamo in tutto il mondo.
Ciò è potuto accadere all’interno di un contesto che vede una classe
media sempre più impoverita, che cerca di “sfangare il lunario” e
arranca sempre più ad arrivare a fine mese. Attraverso un discorso che basa la sua retorica sulla condivisione, start up come Netflix, Spotify, Uber e, per l’appunto, AirBnB cercano di incanalare il disagio socio-economico nell’immaginario della sharing economy : la nuova trovata del capitalismo è farci credere che stiamo creando una soluzione progressista e generosa alle difficoltà, che sono date dalle crescenti disuguaglianze economiche causate dal capitalismo stesso.
Ma dietro a questa illusione che basti condividere (a pagamento) per risolvere le contraddizioni del sistema, si cela la vera faccia di un nuovo mercato che continua ad arricchire chi è già ricco.
In particolare AirBnB, in un’escalation di crescita di utenti e numeri a
velocità esponenziale, sta contribuendo a cambiare il volto di numerose città e paesi d’Italia e di tutto il mondo, in peggio. Analizzando i dati sulla piattaforma Inside Airbnb possiamo accorgerci di quanto e come l’azienda stia cambiando il mercato abitativo. In Italia sono presenti oltre 415 mila appartamenti in affitto (per un totale di 1,8
mil di posti letto), di cui circa il 75% posseduti da multiproprietari e, sempre nella stessa percentuale,
appartamenti interi (quindi che restano vuoti se non affittati e non
camere d’ospiti “condivise”).
Sicuramente ciò non giova a chi le città le vive, bensì ai
multiproprietari di appartamenti e alle grosse agenzie che detengono l’egemonia del mercato di immobili in affitto, sprezzanti delle dinamiche dei quartieri in cui speculano. In una situazione abitativa già in emergenza da anni, questo fenomeno accelera la riduzione (e può provocare la scomparsa) degli affitti a lungo termine, il rincaro generale di tutti gli affitti e uno scadere del tessuto commerciale e sociale. Inoltre, il consumo “mordi e fuggi” legato al turismo, causa la perdita di servizi -sanitari, scolastici, logistici- e di commerci di vicinato, poiché questi sono necessari in quartieri vissuti quotidianamente dalle persone, ma sono meno vantaggiosi del commercio legato a locali notturni e ristoranti.
Inoltre, AirBnb si espande sempre più oltre i centri storici (colpiti da
fenomeni di turistificazione già da prima dell’avvento di AirBnB) in
aree fino ad adesso popolari ma caratterizzate dalla la vicinanza ai
centri (come per esempio un’area residenziale collegata al centro da un servizio tramviario).
A causa dell’invasività fisica e sociale del fenomeno AirBnB alcune
città stanno cercando di regolarne l’azione attraverso tassazioni (come l’estensione della “tassa di soggiorno”). Ma quest’ultime, se non debitamente reinvestite in politiche sociali e abitative, non
diminuiscono neanche lontanamente la portata del problema e non attutiscono il danno provocato.
In ogni caso, l’azienda non vuole alcun tipo di vincolo e la
controffensiva non è tardata ad arrivare il 16/10/19 si terrà in tutta
Italia un’iniziativa promossa da AirBnB Italia dal titolo
“100case100idee. Le primarie dell’ospitalità”. L’iniziativa vedrà, in
100 differenti città d’Italia, alcuni degli “host” della piattaforma
aprire le proprie case a *“a host, viaggiatori,
amministratori locali e associazioni *per *“discutere di turismo
responsabile e sostenibile e per elaborare proposte concrete e
attuabili per il futuro del Paese.”*. In piena coerenza con
l’immaginario retorico della condivisione e della messa in comune,
l’azienda invita i propri membri a sentirsi parte della sua comunità e
ad “*autorganizzarsi*” per creare un evento diffuso che amplifichi e
promuova il suddetto immaginario, recentemente messo in discussione dalle politiche di tassazione portate avanti in alcuni Comuni italiani.
Noi crediamo che l’autorganizzazione e la comunità siano due concetti strettamente anticapitalisti, di primaria importanza, per i quali vali la pena lottare e per i quali lottiamo da anni. Comunità e
autorganizzazione saranno sempre inconciliabili con il sistema
capitalista, basato su un modello di vita che spinge sul pedale
dell’individualismo come pilastro fondante della sua etica.
AirBnb è un cancro, un prodotto assassino del libero mercato che sta svuotando le nostre città al solo scopo di riempire le proprie tasche e quelle di pochi imprenditori. Ecco perché sentiamo il dovere di opporci,
boicottarlo e fermarlo con ogni mezzo necessario.
Invitiamo singoli/e, associazioni, collettivi, spazi sociali, comitati
di tutte le città d’Italia a mobilitarsi il 16 novembre in una giornata
di piazza e dire che siamo pronti a riprenderci ogni centimetro di
quello che ci hanno rubato. Creiamo e lanciamo a partire da questa data la campagna “Boicotta AirBnB: 100 case 100 sfratti”, come primo passo di lotta contro chi sfrutta e specula sulle nostre città. Vorremmo che questa campagna continui ben oltre la data del 16\11 per portare al
centro dell’attenzione la distruttività di Airbnb: impegniamoci giorno
per giorno e fermiamo il suo dilagare!
BOICOTTA AIRBNB :
INIZIAMO ROVINANDO LA LORO FESTA, PROSEGUIAMO FINO ALLA NOSTRA!