Il Diritto alla città a Firenze: Colpiamo gli interessi dei padroni!

Il tema dello spazio urbano e della sua organizzazione è uno dei terreni di scontro tra le classi, oltre che scenario di numerose contraddizioni interne alla classe. L’Occupazione dello stabile in Via del Leone è uno degli esempi della lotta interna alla nostra società. Infatti, sin da subito il collettivo si è interessato a conoscere bene le dinamiche che si svolgevano nel quartiere di cui fa parte: San Frediano.

Il nostro quartiere è da anni oggetto di forti interessi economici privati che ne hanno stravolto il suo tessuto sociale originale nel tentativo di omologarlo al resto del centro storico fiorentino, ormai devitalizzato e sterilizzato, come una delle troppo numerose vetrine che purtroppo lo caratterizzano.

Fortunatamente, gli abitanti del quartiere hanno reagito con forza alle menzogne dell’allora sindaco Renzi e dei suoi tirapiedi, impedendo la realizzazioni di progetti distruttivi, come quello che riguardava piazza del Carmine, e smascherando la giunta PD e la sua apparente bontà e la falsa attenzione alle necessità dei residenti. Esistono ancora molti fronti aperti in San Frediano interconnessi da una rete di relazioni e loschi affari ad altre importanti questioni cittadine.

Oltrarno oggi, Rive de gauche domani?

web_arno_ok_sm

Questo era il titolo della passerella per politici e imprenditori della Confesercenti, iniziativa in cui presentavano la loro comune idea sul futuro dell’Oltrarno. Era il 2012, teneva banco la questione del parcheggio interrato in Piazza del Carmine che fu un aspro terreno di scontro tra popolazione residente e Comune il quale proponeva un progetto sgangherato ma dall’impatto enorme, con la partecipazione di Firenze Parcheggi, il cui a.d. dell’epoca era Marco Carrai, fedelissimo di Renzi, imprenditore del settore edile, nonché consigliere d’amministrazione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, una fondazione che distribuisce ogni anno 23 milioni di euro sul territorio e ha interessi plurimi. Le proteste culminarono durante le assemblee dei 100 luoghi, dove i rappresentati del Comune, chiamati a presentare il progetto alla popolazione, furono duramente contestati. L’altro importante sponsor del parcheggio fu la Confesercenti che, attraverso l’iniziativa sopra citata, ha fortemente sostenuto la realizzazione del parcheggio, definendola una priorità per evitare che questa area venga “esclusa dai percorsi turistici e commerciali”. Il parcheggio alla fine fu efficaciemente bloccato e la piazza salvata dalla sventramento ma non dal paradigma di pensiero che vede tutto assoggettato a logiche di profitto e consumismo posticcio mascherato da “riqualificazione”, il quale è tutt’ora forte e continua a produrre mostri.

Si arriva quindi al «Progetto Oltrarno», un protocollo siglato dalla Camera di Commercio e da Palazzo Vecchio che prevede, per i prossimi 4 anni, un investimento sulla «rive gauche» di 1,4 milioni di euro. Ad annunciarlo il presidente dell’ente camerale Leonardo Bassilichi durante la festa di compleanno degli Angeli del Bello (ormai veri e propri pretoriani della giunta e delle manovre elettorali del PD cittadino) che aggiunge: «Vorrei trasformare l’Oltrarno in una piccola Parigi e per questo come Camera di Commercio siamo pronti a mettere sul piatto un milione di euro, 250 mila euro l’anno per quattro anni. I restanti 400 mila euro li metterà il Comune».

Insomma, una bella presentazione per il piatto ricco in cui tuffarsi, così piazza del Carmine diventa enorme vetrina di eventi commerciali: “Cultura in piazza”, la surreale pubblicità della Smart, e il “Natale in Oltrarno”. Le spire di borghesotti, palazzinari e politici conniventi non hanno quindi mai smesso di asfissiare il quartiere, anzi, rilanciano e propongono progetti per divorarsi completamente questa fetta di città.

L’ASL di Santa Rosa e i Nidiaci: due casi simbolo

Un anno fa in San Frediano, si svolse un corteo animato dagli abitanti del quartiere richiedente a gran voce che il giardino dei Nidiaci non fosse svenduto ai privati speculatori (come la Holding Amore e Psiche di Salvatore Leggiero) e trasformato in un residence di lusso con annesso parcheggio, rubando di fatto spazio alla ludoteca. Voltandoci un poco addietro ricordiamo come in campagna elettorale il sindaco Nardella e l’assessore Meucci, in visita al giardino come tutti i candidati sindaco, avevano fatto delle promesse ben precise agli abitanti dell’Oltrarno. L’attuale sindaco di Firenze infatti, si era impegnato a “entrare in possesso della ludoteca” sostenendo: “utilizzeremo tutti i mezzi immaginabili per ottenere il risultato” e addirittura parlando di “un vero e proprio esproprio nell’interesse della pubblica utilità”, mentre l’attuale assessore all’urbanistica Meucci parlava di “accantonare le somme per l’esproprio”.

Nel 2015 l’amministrazione comunale in carica comunicò, per bocca della stessa Meucci, quanto segue: “Non siamo qui a inseguire puntigli ma a perseguire l’interesse dell’Amministrazione a valorizzare uno spazio pubblico tra i più preziosi per l’identità di una parte della città. Un’opposizione irresponsabile vorrebbe invece spingerci verso una causa interminabile e incerta, senza alcun reale interesse per le esigenze dei cittadini. […] L’interesse dell’Amministrazione è e rimane quello di valorizzare al massimo questo spazio rendendolo il più possibile fruibile. Questa soluzione non solo incrementa il patrimonio comunale con un costo zero per l’Amministrazione, ma rispetto alle soluzioni valutate in passato, non va a ridurre altre offerte come il Centro giovani, che rimane nello stesso luogo. L’alternativa che le opposizioni prospettano a tutto ciò è quella di una causa dall’esito incerto e dai tempi lunghissimi che di fatto congelerebbe il futuro del giardino e della ludoteca. Noi non stiamo a questo gioco ottuso, lavoriamo per trovare e realizzare soluzioni”.

Quindi per l’assessore Meucci la svendita di beni pubblici diventa magicamente una valorizzazione dello spazio stesso, e benedice un accordo inaccettabile tradendo totalmente i cittadini dell’Oltrarno a cui aveva detto “abbiamo di nuovo nel Regolamento urbanistico apposto il vincolo pubblico, l’abbiamo reiterato come nel Piano regolatore sia su tutto il giardino, che sulla Ludoteca”. Tale posizione del Comune diventa ancora più “assurda” alla luce della recente scoperta da parte dell’associazione “Amici dei Nidiaci” che la famiglia Nidiaci si sarebbe appropriata, con ogni evidenza, senza averne titolo, quindi illegittimamente, del complesso di proprietà immobiliari riguardanti il giardino. Quindi il Comune, anche se si pone in una posizione apparentemente favorevole per espropriare “l’incauto acquisto” di Leggiero, preferisce tagliar corto e guadagnare qualche soldo dai lavori sul parcheggio e sulla palazzina, piuttosto che impegnarsi a difendere un bene così prezioso per i suoi cittadini. Alla faccia del piano a volumi zero! Da questa giunta non possiamo che aspettarci un futuro cupo, per i San Fredianini ma non solo, in cui gli interessi dei Leggiero di turno, saranno sempre garantiti, mentre le legittime rivendicazioni che arrivano dal basso saranno sempre osteggiate fortemente.

L’altra questione spinosa riguarda l’ASL sul Lungarno Santa Rosa, importante presidio sanitario che copre un’area densamente popolata da anziani. Tra i programmi di risanamento finanziario conseguenti al grave deficit delle Asl toscane, oggetto dallo scorso anno di inchieste giudiziarie, Regione Toscana, Comuni e Società della Salute stanno valutando da tempo l’ipotesi di procedere alla vendita di immobili. A Firenze in particolare si è pensato alla messa all’asta dell’intera area ex manicomiale di San Salvi, del monumentale edificio di San Giovanni di Dio in Borgognissanti, che è stato recentemente ceduto, e del palazzo ex Inam in Lungarno Santa Rosa. Quest’ultimo è una struttura moderna che potrebbe risultare più facilmente appetibile dal mercato immobiliare. Mentre gli enti locali si preoccupano dei problemi di bilancio i cittadini temono la possibile dismissione delle funzioni sanitarie attribuite da tanti anni alle strutture. L’Oltrarno verrebbe a mancare di importanti servizi specialistici attualmente prestati dalla struttura Asl di Lungarno Santa Rosa. Anche per questo i cittadini si stanno mobilitando a difesa della qualità della vita della popolazione, in particolare di quella anziana, e per il mantenimento dei servizi erogati dall’attuale Distretto sociosanitario del quartiere. L’immobile del lungarno ha relativamente modesti vincoli edili e potrebbe essere facilmente modificato e reimmesso sul mercato per uso residenziale. Per operatori immobiliari senza scrupoli e con buoni ganci politici il palazzo ex Inam sul Lungarno è sicuramente un ghiotto boccone.

La novità 2016 riguardante la Asl di S. Rosa è che FORSE tale edificio non sarà venduto a chicchessia bensì vedrà l’interesse della Regione. Attenzione! Tale investimento pubblico non ha affatto lo scopo di salvare il presidio sociosanitario, che vedrà comunque la riduzione dai 7800mq ai risicati 500mq, ma l’intenzione è quella di una trasformazione ai danni della popolazione, infatti vi trasferiranno gli uffici dell’assessorato alla sanità.

Un sistema oliato

«Bisogna fare la Tirrenica, la Tav, le terze corsie, mettere a posto l’aeroporto, fare gli inceneritori oltre a puntare sulle energie rinnovabili, dall’eolico al biogas alla geotermia. Non mi spaventano i localismi e gli effetti Nimby.>> (E. Rossi)

Nel 2008 venne sequestrata dalla procura di Firenze la piana di Castello, un’area di 168 ettari tra Firenze e Prato, di proprietà di Fondiaria-Sai (attualmente è il gruppo Unipol ad avere il possesso dell’area). Il motivo del sequestro? Gli amministratori avrebbero velocizzato e facilitato le pratiche amministrative riguardanti Fondiaria Sai, in cambio di qualche favore. Nell’inchiesta rientrarono l’ “imprenditore” Salvatore Ligresti, insieme a due assessori comunali fiorentini, Graziano Cioni e Gianni Biagi, accusati di corruzione. Al centro del procedimento c’è Francesco De Vito Piscicelli, il famoso imprenditore che si rotolava nel letto dal ridere all’idea dei futuri profitti che la ricostruzione post sisma a L’Aquila gli avrebbe portato, accusato di aver corrotto due funzionari della Presidenza del Consiglio per l’appalto della Scuola Marescialli. Dato che una delle principali entrate nelle casse dei Comuni è costituita dagli oneri di urbanizzazione, le amministrazioni locali hanno un forte interesse nel voler sfruttare l’area per costruire grandi opere. Ed ecco che progetti “drammatici” piombano sulla testa degli abitanti della piana l’ampliamento dell’aeroporto Amerigo Vespucci e l’inceneritore di Case Passerini. In città invece, ecco il sotto-attraversamento Tav, che prevede la costruzione di una nuova stazione sotterranea e due tunnel lunghi 8 km sotto la città. Tale ultimo progetto fa acqua da tutte le parti: rischi ambientali legati all’impatto della stazione con la falda acquifera, numerosi edifici messi a rischio dagli scavi e dal passaggio dei treni, 3.200.000 mc di terre inquinate da gestire e smaltire, inquinamento acustico e atmosferico, costi spropositati. Incurante di tutto, il progetto di scavo è andato avanti fino al sequestro dei cantieri. Renzi, al tempo dei fatti, si è affrettato a scaricare le proprie responsabilità sulle aziende coinvolte (tra le altre, anche Coopsette, una delle cooperative “rosse” emiliane), affermando che “se qualcuno ha fatto tutti i controlli che doveva fare questo è il Comune: chi ci accusa del contrario dà solo fiato alla bocca”. Ma come? I “rigorosi” controlli del Comune non sono bastati a scoprire che la talpa perdeva olio dalle guarnizioni perché costruita con pezzi vecchi? Che i rivestimenti dei tunnel erano fuorilegge e che ci fosse di mezzo la camorra nello smaltimento dei rifiuti? Sicuramente la prima preoccupazione per Renzi, dall’inizio della costruzione del nodo AV fiorentino, era stata solo quella di strappare maggiori compensazioni dalle Ferrovie di Moretti.

Voto di scontro

La gestione della città ad opera della giunta PD e della rete di potere a esso legata, è fatta di speculazioni, devitalizzazione di interi quartieri, militarizzazione delle piazze, mercificazione degli spazi quotidiani e privatizzazione dei servizi che contribuisce all’espulsione dal centro storico delle classi sociali più basse. Tutto questo rientra perfettamente nel piano dell’amministrazione comunale per realizzare la “Disneyland del Rinascimento”, una città pensata e costruita intorno all’unica esigenza del turismo, dell’uso e del consumo spiccio. L’attuale sindaco Nardella, delfino di Renzi, non si è scostato di un millimetro dalla linea del suo predecessore, anzi, agisce in perfetta continuità con la vecchia gestione, ereditando i vecchi rapporti economici che governano la città. Questo tipo di gestione non è certo un caso particolare, atipico. Infatti rientra perfettamente nelle medesime logiche capitaliste che governano la società e che si riflettono sull’organizzazione dello spazio. Certi modus operandi sono insiti al sistema e da esso derivano. Esempio a conferma di ciò, a Firenze, è il cosiddetto “Piano a volumi zero” voluto dal sindaco Renzi. Tale piano prevedeva senza condizioni la vendita di alcuni edifici pubblici e non proponeva assolutamente una strategia sociale per gli edifici privati dismessi, sancendo in fretta e furia la fine di importanti esperienze di autogestione come nel caso dell’immobile di Via dei Conciatori. Dunque si sfruttano sì edifici già esistenti, ma solo per “fare cassa”, non per investire su progetti per la comunità. Vista la palese inconsistenza di un piano a volumi zero, sbandierato dalla premiata ditta Renzi/Nardella, il chiaro intento speculativo, e alla luce del fatto che è proprio attraverso questi meccanismi, che avviene purtroppo l’organizzazione dello spazio, si può dire che le lotte in difesa del territorio sono delle lotte anti-sistema o comunque dovrebbero assumerne i connotati. Infatti alcune di queste battaglie hanno le potenzialità per avviare una ricomposizione sociale, gettare le basi per un reale mutamento dei rapporti di forza, per una lotta di classe che non può e non deve essere limitata al posto di lavoro, come spesso accade, o ad altre singole vertenze. Come collettivo ci poniamo l’obiettivo di avviare un processo che miri a sabotare dall’interno la “Disneyland del Rinascimento” e trasformare la città in un luogo dove vivere davvero, e non subire solo scelte calate dall’alto.

Colpendo la rendita prendendosi lo spazio. Il fatto che Firenze, la capitale degli sfratti, sia piena di appartamenti lasciati vuoti al mero scopo di “pompare” i prezzi degli immobili è inaccettabile. La rendita fondiaria è il principale motore che tiene a galla l’economia della città. Un’interesse specifico tutelatissimo dal Comune, che non esita a mostrare i muscoli con sgomberi e arresti laddove i movimenti agiscono contro i palazzinari di turno. Dobbiamo contrastare gli sfratti e lo spopolamento forzato del quartiere, e diffondere pratiche di appropriazione diretta degli spazi, capaci di far esplodere le contraddizioni della “città vetrina”.

Ricostruendo il tessuto sociale. Non sono solo i danni materiali alle condizioni di vita a costituire un problema. Il processo di gentrificazione, che sta omologando la città, ha causato, tra le tante, la distruzione del tessuto sociale cittadino, al punto che nessuno conosce più il proprio dirimpettaio. Mancano luoghi di socializzazione, di incontro, che rendono i quartieri sempre più anonimi. San Frediano invece, conserva ancora tracce di un tessuto sociale compatto, che lo rendono territorio in cui la contrapposizione all’atomizzazione sociale viene facile e spontanea.

Organizzarsi per non perdere terreno. Difendere i luoghi di incontro che ancora ci sono e crearne di nuovi, dove conoscersi, aiutarsi secondo bisogni e possibilità. Le lotte territoriali non sono niente se isolate e non interconnesse con le altre lotte presenti in città e perdono di significato se si esauriscono alla singola rivendicazione e si perde di vista il quadro generale. Le dinamiche che ora incidono sul quartiere si ripetono nel mondo del lavoro, nelle scuole, e vanno quindi affrontate per raggiungere dei significativi passi avanti nella riappropriazione delle nostre esistenze.

cropped-aut.png

Questa voce è stata pubblicata in Documenti e contrassegnata con , , , , , , . Contrassegna il permalink.