Svuotando San Frediano

Il 27/09/2023 ci trovavamo davanti della casa di nostro vicino Romano, che stava per essere sfrattato. Grazie alla presenza di varie persone è stato rimandato temporaneamente al 17 novembre.

Una compagna ha fatto una intervista con Romano due giorni dopo il tentativo di sfratto. Queste sono le sue parole su ciò che è successo (l’intervista è stata fatta il 29/9).


“Romano, perché ti vogliono sfrattare?”

Perché la casa non è più nostra. Sono venuti tre volte a darmi lo sfratto, e questa dicono esserel’ultima, sennò verranno con cinquanta agenti e la Misericordia, e mi faranno portare via. Sono la polizia, il loro avvocato ed il loro ufficiale giudiziario.

“Ma tu li hai detto che non hai una soluzione, o un’alternativa?”

L’avvocato ha telefonato agli assistenti sociali e dice che sta facendo tutto il possibile, ma non è stato fatto niente. Addirittura mi hanno sospeso dal servizio. Una delle tante ragazze che veniva qui, a farmi da mangiare o rifarmi il letto, l’ho richiamata e mi ha detto che le hanno sospeso il servizio fino al 17 novembre, e le avevano detto di cancellarmi. Io ti dico una cosa sola: ho fatto tanto per San Frediano. Ho mandato via la droga. Così la droga, da Piazza Tasso, l’hanno spostata a Porta Romana. Mia moglie è stata premiata per le famose “Mamme Coraggio”. Si chiamava Vanna, è morta ora. È tre anni che è morta.

“Sei nato e cresciuto nel quartiere?”

Sì, in Via della Chiesa. Sono 55 anni che vivo in questa casa. Mia moglie è nata qui, in questa casa, che era di mia suocera. Mi viene da piangere, a me che sono nato in questo posto. Fatemi fare un altro Natale, perlomeno in casa mia. Ho detto loro: “Fatemi fare un Natale”. Quello che mi scriveva ha detto di sì, ma l’ha fatto giusto per accontentarmi. Mi ha pure dato la mano. Questa non è più casa mia, è casa loro. La casa è venduta, e questo nessuno lo mette in dubbio. Menomale che ho qui ancora mia figlia e mia nipote, e a volte, quando mi sento male la sera, posso contare almeno su una di loro […] Mi sono sempre cacciato nei guai per aiutare le persone, sempre.

“Se dovessimo riportare un tuo messaggio all’amministrazione comunale, cosa avresti da dirgli?”

Di farmi restare qui. Devono farmi stare, o trovarmi loro una nuova stanza. Che devo dire? Io non ho più nulla, non ho più nulla. Trovatele voi le parole, io non so parlare. Io sono un sanfredianino, sono di San Frediano, e non parlo. Hanno fatto libri su di me. Hanno fatto film su di me. Sempre sul Cinema Universale.

“Com’era lavorare lì?”

Questo cinema era pieno di ragazzi, sempre con le canne in mano, sembrava di entrare in un cimitero. Stavano tutti con gli accendini accesi, in sala. I ragazzi entravano senza pagare…io dovevo stare alla porta e non far entrare nessuno. È normale, i ragazzini piccini non avevano soldi…che dovevo fare? L’ho fatto per sette, otto anni.

“E la stanzina dei bambini, all’angolo?”

Ci sono stato vent’anni. Ci facevano i giochi coi bambini. Poi il Comune ha detto che dovevamo pagare la luce. Allora io mi misi, insieme ad Ennio ed Angiolino, a fare i vicepresidenti ed il presidente. Avevamo il giardino, là accanto. Ci venivamo a giocare a carte, era bello, sì che era bello. Fino a cinque anni fa. C’erano le piante, il gazebo, si facevano le cocomerate, di sera…

“Venendo dal Nord, mi hanno sempre parlato di S. Frediano come l’unico, vero quartiere rimasto a Firenze…”

È così, è la verità. Anni fa, se uno aveva fame, veniva in San Frediano: e mangiava, e mangiava. Chi portava la pasta, chi la carne… Poi è cambiato. I vecchi sono andati via, non ci sono più. Chi ha una casa l’affitta agli stranieri. Chi non se ne vuole andare, lo mettono in ospizio.

“Cosa vorrebbero farci con questa casa?” 

Rimetterla a posto. L’hanno comprata in quattro o cinque, l’hanno comprata in percentuali. Non lo so cosa ci faranno, è così.


Il Comune (articolo in La Nazione 29/09/2023) afferma di essere “al fianco di Romano” e “impegnato a 360 gradi” nella situazione abitativa di Firenze, ma come mai, negli scorsi due tentativi di sfratto, non era presente nessun assistente sociale, ma solo la polizia che lo minaccia di venire in 50 e portarlo via in ambulanza la prossima volta?

Il Comune impegna le sue forze nel generare profitto con le case popolari, mettendole in fondi privati, e dove non può guadagnare abbandona le case, lasciandole vuote, a degradare, anche nella stessa Via del Leone, dove vive Romano.

Nei ultimi anni Firenze è stata una delle città con il numero di sfratti più alto di Italia, mentre gli affitti stanno aumentando enormemente e le persone vengono cacciate dalle periferie. Se il Comune vuole cosi impegnarsi nella situazione abitativa, ci vengono varie idee. Invece di sgomberare immediatamente le case che vengono occupate, dopo anni in cui sono state vuote, il Comune dovrebbe rinnovare le case popolari degradate dove già vivono persone. O fermare gli sfratti in genere (come ha già fatto durante il Covid), ma meno per gli sfratti per morosità incolpevole, che sono la maggior parte degli sfratti a Firenze. Ma anche solo la storia di Romano, cosi come tante altre, ci insegnano che lo Stato è interessato solo a profitto ed al “decoro”, che si ferma solo davanti alla forza collettiva di chi lotta per la dignità di una casa, per il diritto di vivere nel proprio quartiere.

Il 17/11/2023 ci sarà il prossimo tentativo di sfrattare Romano, venite numerosx, difendiamo assieme la vita di questo quartiere e di chi lo abita.

Occupazione Via del Leone 11/10/2023

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